SANITÀ: CARENZA DI PERSONALE E RIDUZIONE DEI FONDI PORTANO IL SISTEMA AL COLLASSO
- Massimiliano Valeriani
- 27 mar
- Tempo di lettura: 2 min
La Fondazione Gimbe certifica che nel Lazio il 10,5% delle persone rinuncia a curarsi, mentre ogni famiglia è costretta a spendere 1.850 euro l’anno per le cure, più di ogni altra famiglia in Italia, mentre il presidente Rocca annuncia risultati mirabolanti, ma che nessuno riesce a vedere.
Molte cose non tornano nella narrazione del governatore: per due anni insieme alla sua maggioranza ha denunciato il dissesto economico lasciatogli in eredità dall’amministrazione precedente, malgrado sia stato poi registrato un utile di 32 milioni di euro nel comparto sanitario. Ma uno dei temi centrali è la carenza di personale. Per garantire un miglioramento del servizio, infatti, resta fondamentale aumentare il numero di medici e infermieri: pertanto, non basta stabilizzare i precari e sostituire chi va in pensione, altrimenti il numero di addetti resterà sempre insufficiente. Con le nuove 14.000 assunzioni annunciate ci sarà un reale incremento del personale negli ospedali o si tratta solo di turnover e stabilizzazioni? Basti pensare che nella pianta organica della sanità laziale ci sono quasi 10 mila addetti, che hanno un'età compresa tra i 63 e i 67 anni, e nei prossimi mesi cominceranno a uscire dal lavoro per andare in pensione.
L’altro aspetto rilevante riguarda i tagli al sistema sanitario, apportati dal Governo Meloni, che nel Lazio si tradurranno in oltre un miliardo di euro in meno: dal presidente Rocca nessun impegno per compensare questa pesante riduzione dei fondi, mentre sui programmi del PNRR rischiamo di perdere oltre il 60% delle case e degli ospedali di comunità previsti perché siamo ancora a livello di progettazione e appare difficile che possano essere conclusi entro il 2026.
Sui nuovi ospedali annunciati dal presidente Rocca, infine, si tratta di strutture già previste dall’amministrazione precedente, ma ancora non sono state neanche avviate. Nessun cantiere per gli ospedali del Golfo, di Rieti, di Latina, di Acquapendente, oltre al nuovo ospedale Tiburtino. L’unica novità era rappresentata dallo spostamento del policlinico Umberto I a Pietralata, ma avevamo denunciato l’inconsistenza e l’inutilità del progetto e alla fine il governatore si è dovuto ricredere.
In questi due anni abbiamo registrato un’involuzione del sistema sanitario regionale e sempre più persone vedono negarsi il diritto alle cure e all’assistenza medica.
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