Nelle ultime settimane si è parlato molto della protesta dei ragazzi universitari nei confronti del "caro affitti". Da Milano a Roma, gli studenti continuano a denunciare l'aumento ingiustificato delle spese di locazione, che mette a rischio il diritto alla casa e la possibilità di proseguire il percorso di studi, creando così nuove disparità e disuguaglianze che finiscono per amplificare il divario sociale ed economico.
In questi ultimi anni la Regione Lazio ha sostenuto la realizzazione di nuove residenze universitarie, sono stati incrementati gli investimenti per aiutare gli studenti nel pagamento degli affitti sul mercato privato ed è stata promossa la più grande operazione di housing sociale in edifici residenziali pubblici: più di 300 appartamenti a canone ridotto del 30% per famiglie, single e studenti, che non hanno i requisiti per accedere all'alloggio popolare, ma non sono neanche così abbienti per affittare una casa sul libero mercato.
Ma questo non basta: Comuni e Regioni non possono essere lasciati da soli ad affrontare il problema dell'emergenza abitativa. Una situazione di disagio e precarietà che interessa fette sempre più ampie della società, a cui non si riesce a dare risposte adeguate.
Ormai diventa imprescindibile riavviare un grande piano nazionale sulle politiche abitative con finanziamenti dedicati al recupero e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare in disuso da destinare a studenti, giovani coppie, famiglie e anziani in difficoltà. Non serve infatti cementificare il territorio con nuove costruzioni, ma bisogna dare maggiore impulso alla rigenerazione urbana per ristrutturare edifici ammalorati e riqualificare contesti degradati, contribuendo così alla valorizzazione di interi quartieri.
Purtroppo, però, le prime decisioni dell'Esecutivo nazionale e della Regione Lazio vanno nella direzione opposta. Il Governo Meloni ha azzerato il fondo destinato al sostegno alla locazione, cancellando di fatto ogni contributo ai cittadini per il pagamento dell'affitto, mentre la Giunta Rocca ha manifestato la volontà di rivedere la legge sulla rigenerazione urbana per tornare al vecchio Piano Casa, che aumenta il consumo di suolo con inevitabili ricadute negative sul patrimonio ambientale e sull'inquinamento.
Il diritto alla casa, così come il diritto allo studio, non si garantiscono con slogan vuoti o sterili polemiche: servono grandi investimenti nazionali e progetti condivisi per assicurare pari opportunità e dare risposte concrete a milioni di italiani in difficoltà.
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