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OSPEDALI. CAOS NEI PRONTO SOCCORSO, MA LA DESTRA FAVORISCE LE STRUTTURE PRIVATE

Carenza di medici e infermieri, ambulanze davanti ai pronto soccorso utilizzate come barelle per mancanza di posti letto, centinaia di pazienti positivi al Covid e in attesa di essere visitati. È lo scenario che possiamo trovare ogni giorno nei principali ospedali di Roma. Una situazione drammatica che ho constatato personalmente facendo un sopralluogo nei pronto soccorso dei policlinici della città, dove ho riscontrato un sovraffollamento di pazienti e condizioni di lavoro e di assistenza spesso fuori controllo.

Le associazioni dei medici e le organizzazioni sindacali hanno denunciato la carenza di personale sanitario, che sta rallentando l’erogazione di servizi e prestazioni con conseguenti ritardi su analisi e operazioni a discapito della salute e della cura dei cittadini. Di fronte all’insufficienza di molte figure professionali e alla limitazione dei posti letto, l’Amministrazione regionale è intervenuta assegnando oltre 25 milioni di euro alle strutture sanitarie private: una scelta politica fallimentare che non ha prodotto alcun beneficio per il sistema pubblico in quanto non ha permesso di aumentare la disponibilità di posti letto né il numero delle prestazioni erogate.

Il presidente Rocca ha destinato risorse preziose agli operatori privati, mentre ha penalizzato la sanità pubblica rallentando il piano delle nuove assunzioni: una situazione che si è aggravata ancora di più con la fallimentare campagna vaccinale anti-Covid e anti-influenzale. C’è stata una prima sottovalutazione del rischio di ripresa delle infezioni pandemiche, che ha portato a un ritardo della campagna vaccinale, dovuto poi anche alla scarsa reperibilità dei vaccini.

Senza la prevenzione vaccinale e con la persistente carenza di personale sanitario era prevedibile che ci saremmo trovati nuovamente con i pronto soccorso intasati e con molti posti letto occupati da pazienti affetti da Covid. Una condizione che ha inevitabilmente prodotto il rinvio di molte operazioni programmate, creando notevoli disagi ai pazienti, oltre alle crescenti difficoltà in cui si trovano a lavorare medici e infermieri. Senza sanità pubblica viene meno quel diritto universale alla salute. Senza sanità pubblica l’assistenza e le cure diventano un privilegio per pochi.

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