URBANISTICA: SUI CINEMA CHIUSI LA PIĆ GRANDE SCONFITTA POLITICA DI ROCCA
- Massimiliano Valeriani
- 6 ago
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Con lāapprovazione della legge regionale 171/25 sulla semplificazione urbanistica si ĆØ registrata la più grande sconfitta politica del presidente Rocca e della sua maggioranza. In questo provvedimento, infatti, era stata inserita anche la norma per consentire il cambio di destinazione dāuso per le sale cinematografiche chiuse: una proposta duramente contestata dalle opposizioni e dai cittadini perchĆ© avrebbe portato alla nascita di nuovi centri commerciali, spesso in quartieri centrali della cittĆ , senza che vi siano realizzati anche tutti i necessari servizi, dalla viabilitĆ ai parcheggi. Ma soprattutto avrebbe negato per sempre qualsiasi progetto di riqualificazione culturale e sociali di quelli spazi. Noi abbiamo sempre sostenuto che, pur nella crisi del settore, quegli spazi possono essere rilanciati come luoghi di attivitĆ culturali ā anche diverse dal cinema ā e magari affiancati da attivitĆ commerciali compatibili. Al contrario avremmo un impatto urbanistico devastante, impedendo la possibilitĆ che quegli spazi possano tornare a essere luoghi di socialitĆ e cultura, per trasformandoli in nuove strutture commerciali totalmente avulse dal contesto urbano.
Su questo tema avevano costruito lāintero impianto della legge. Tutto il resto serviva solo a mascherare il vero obiettivo: cambiare la destinazione dāuso dei cinema per costruire lāennesimo centro commerciale. Tutto il resto, infatti, ĆØ un provvedimento normativo totalmente confuso e pericoloso. Le opposizioni sono state unite e hanno lottato per mesi, cercando di impedire alla destra di approvare una legge che rischia di mettere in discussione il sistema delle tutele del nostro territorio. Alla fine, siamo riusciti a scongiurare alcune delle parti più dannose, come i cambi di destinazione dāuso nelle aree agricole, come la trasformazione di stalle e magazzini in asili nido, spazi commerciali e location per eventi. Ma altre sono rimaste e produrranno effetti molto negativi.
In particolare, le norme sulla cosiddetta rigenerazione urbana, che porteranno solo ad una degenerazione urbana. Si tratta di un impianto completamente distante, anche culturalmente, dal vero significato del termine. Con questa legge, infatti, si consente un aumento delle volumetrie fino al 60% per tutti gli interventi. Questo significa inevitabilmente nuovo consumo di suolo. Ma soprattutto, si permette la demolizione e ricostruzione con trasferimento delle cubature: non più nel luogo dellāintervento originario, ma in unāaltra zona della cittĆ , negando completamente lāidea stessa di rigenerazione, che dovrebbe servire a riqualificare unāarea degradata lƬ dove si trova. Con queste nuove norme, invece, si parla di espansione edilizia, di speculazione e di consumo del suolo. Altro che rigenerazione.
Infine, hanno calato un emendamento che in solo articolo racchiude unāintera legge, vale a dire quella che prevede la trasformazione di cantine e seminterrati in abitazioni, tramite un semplice cambio di destinazione d'uso. E senza che i proprietari debbano rispettare gli standard urbanistici, come parcheggi, fogne, aree verdi, e senza che siano garantite le principali condizioni di sicurezza e di salute. Le nostre cittĆ diventeranno dei suk, altro che āovertourismā. Questa norma non c'entra con l'emergenza abitativa perchĆ© parliamo di locali spesso insalubri che diventeranno oggetto di speculazioneā.Ā
Hanno approvato una legge incoerente, che va a intaccare almeno 15 altre leggi regionali vigenti. Abbassa i livelli qualitativi e il sistema delle tutele, aprendo la strada a possibili contenziosi, come aveva anticipato l'ufficio legislativo del Consiglio regionale.Ā
Ma questa legge ha fatto emergere tutte le fratture, le divergenze e i contrasti fra le varie forze della destra e soprattutto fra il presidente Rocca e la sua stessa maggioranza. Sono loro i primi ad aver perso e lo hanno fatto anche male. Ora credo che non ci siano più le condizioni politiche per riproporre questo tipo di intervento, a partire dalla trasformazione dei cinema chiusi: nessuno lāha sostenuto, nemmeno alcuni pezzi della maggioranza. Ć una battaglia chiusa.


